DISTURBO DI PANICO e AGORAFOBIA

CHE COS’è?

Il disturbo di panico è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla regolare e frequente manifestazione di attacchi di panico inaspettati.

L’attacco di panico è un episodio di ansia acuta, nel quale si verifica un repentino e incontrollato aumento della paura in risposta a qualcosa che viene percepito come un pericolo: tale paura insorge in modo improvviso e intenso, ma ha generalmente una durata molto breve (pochi minuti). L’attacco di panico è spesso associato a altri disturbi d’ansia e da solo non viene considerato un disturbo, in quanto si tratta di un episodio circoscritto e transitorio, che chiunque potrebbe sperimentare almeno una volta nella vita.

Si parla di Disturbo di Panico se gli attacchi di panico vengono sperimentati con una certa frequenza e in modo sistematico.

È comune che il Disturbo di Panico sia fortemente legato ad un’altra condizione psicopatologica: l’agorafobia. Questa è definita come una grande sensazione di disagio e timore di trovarsi in ampi spazi aperti o in ambienti non familiari, dai quali sarebbe difficile allontanarsi, uscire o trovare una via di fuga. Chi soffre di agorafobia spesso si trova costretto tra le mura di casa, in quanto evita qualsiasi mezzo pubblico, gli spazi aperti (parcheggi, mercati, piazze, ecc.), gli spazi chiusi (teatri, cinema, ecc.), evita di stare in fila o in spazi affollati e di essere fuori casa da solo, con notevoli conseguenze a livello sociale e relazionale. Quando la persona che soffre di agorafobia si trova in una di queste situazioni (o in molte altre situazioni simili) avverte frequentemente i sintomi fisici e psicologici tipici dell’attacco di panico.

 

QUALI SINTOMI COMPORTA?

L’intensa agitazione è correlata da sintomi fisici (almeno quattro), che possono essere:

  • Palpitazioni, percezione di un aumento del battito cardiaco e tachicardia;
  • Sudorazione eccessiva;
  • Tremori di lieve o forte intensità;
  • Mancanza d’aria o sensazione di soffocare;
  • Dolore o fastidio al petto;
  • Nausea o disturbi addominali;
  • Sensazione di vertigine, instabilità, percezione di svenimento (di “avere la testa leggera”), confusione mentale;
  • Brividi o vampate di calore;
  • Sensazioni di formicolio o intorpidimento;
  • Sensazione di irrealtà (pensare che ciò che si vede o sente non sia reale) e di essere staccati da sé stessi.

Vi sono due pensieri ricorrenti che di solito accompagnano l’attacco di panico:

  • Paura di perdere il controllo o di “impazzire”;
  • Paura di stare per morire.

Affinché il disturbo di panico venga riconosciuto tale, è necessario che l’attacco di panico sia accompagnato, per almeno un mese, da una costante preoccupazione della persona di avere un altro attacco e da significative modifiche del comportamento. La persona che soffre di attacchi di panico può arrivare infatti a limitare la vita quotidiana, evitando situazioni o luoghi percepiti come pericolosi e mettendo in atto strategie, spesso poco utili e controproducenti, per proteggersi da un eventuale attacco.

La conseguenza comportamentale di chi soffre di disturbo di panico consiste in una serie di evitamenti: solitamente si evitano i luoghi dove si ha avuto un attacco, le zone affollate dalle quali non si può uscire in fretta, gli spazi chiusi o sconosciuti, i mezzi pubblici, si evita di compiere sforzi fisici che potrebbero aumentare il battito cardiaco. Si attuano inoltre comportamenti volti a prevenire l’attacco di panico, chiamati “comportamenti protettivi”, quali ed esempio: portare con sé farmaci, muoversi solo in vicinanza di strutture mediche, stare sempre in compagnia di persone di fiducia che possano fornire aiuto all’occorrenza, tenere d’occhio le possibili vie di fuga e le uscite di sicurezza.

 

SOLUZIONI: COME SI AFFRONTA IL PROBLEMA?

La terapia per il disturbo di panico e agorafobia può essere di tipo farmacologico, psicoterapeutico o un’integrazione tra i due. La terapia farmacologica utilizza generalmente farmaci quali benzodiazepine e antidepressivi di nuova generazione. Questi farmaci sono in grado di controllare e ridurre lo stato di agitazione e ansia, tuttavia il loro effetto è correlato all’assunzione, quindi i sintomi tendono a ripresentarsi quando viene interrotta la terapia. La psicoterapia cognitivo-comportamentale lavora per aiutare la persona a analizzare i suoi processi cognitivi e a modificarli, offrendole strumenti per affrontare diversamente la sintomatologia ansiosa. I farmaci possono essere utili qualora l’individuo avverta stati di ansia talmente forti da non riuscire a lavorare in psicoterapia: in questo caso i farmaci vengono prescritti nella fase iniziale, per essere successivamente interrotti quando gli interventi cognitivi e comportamentali risultano sufficienti a arginare l’attivazione ansiosa.

 

COME LO AFFRONTA LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE?

La terapia cognitivo-comportamentale del Disturbo di Panico e Agorafobia è stata riconosciuta come efficace e inserita nelle linee guida NICE (Fonte: National Institute for Health and Clinical Excelence, NICE, 2011) con i training di rilassamento.

La terapia cognitiva-comportamentale opera analizzando i processi che si verificano durante l’esperienza del paziente: viene riconosciuto che la persona percepisce alcuni stimoli (spazi affollati, luoghi chiusi, mezzi pubblici, ecc.) o sensazioni interne (tachicardia, svenimento, ecc.) come pericolose e reagisce ad essi aumentando la sua agitazione, l’ansia. Quando il paziente si trova in uno stato ansiogeno, i sintomi sono amplificati e avvertiti ancora più pericolosi, fino a generare un attacco di panico, mantenendo il circolo vizioso nel quale si è trovato sino a questo momento. Per gestire e controllare tale meccanismo la terapia cognitivo comportamentale prevede:

  • Psicoeducazione al disturbo: fornire al paziente informazioni su come funziona il disturbo di panico, su come insorge, si manifesta e si mantiene il panico
  • Ricostruzione della manifestazione iniziale e attuale del disturbo, attraverso l’individuazione di eventi specifici
  • Insegnamento di tecniche per la gestione dei sintomi dell’ansia
  • Individuazione delle interpretazioni erronee (ad esempio pensieri catastrofici) che portano all’attacco di panico e messa in discussione di tali interpretazioni
  • Esposizione graduale alle sensazioni e agli stimoli temuti ed evitati
  • Prevenzione delle ricadute

Infine esistono interventi di psicoterapia cognitiva comportamentale di gruppo, che permette il confronto con persone che si trovano nella medesima situazione e condividono lo stesso disturbo, favorendo il superamento di difficoltà e incrementando le possibilità di successo dell’intervento.