La grande maggioranza delle persone che affronta un lutto riesce entro circa 18 mesi ad arrivare a una forma di accettazione (Bonanno e Lilienfeld, 2008; Bonanno et al., 2002).
I dati a disposizione dimostrano con chiarezza come per la maggior parte della popolazione il cordoglio, sebbene doloroso e disturbante da un punto di vista emozionale, sia un processo normale che riflette sia la forza e il valore degli attaccamenti umani sia la capacità di adattarsi alle perdite e alle avversità. La grande maggioranza dei sopravvissuti non solo vive “normalmente“ il lutto ma si adatta alla perdita e alle sue conseguenze. Non è inoltre raro che l’apprendimento derivante dal cordoglio e dal suo superamento possa contribuire positivamente al modo in cui verranno gestite altre avversità e cambiamenti nel corso della vita. Non sembra pertanto esserci alcuna necessità di interventi psicoterapeutici e/o farmacologici di routine per le persone in lutto.
A volte, invece, questo processo può incontrare diversi ostacoli nell’iniziare o nel completarsi. E’ il caso dei cosiddetti lutti complicati, cioè quelle reazioni che non tendono a diminuire e moderarsi con il passare del tempo e che interferiscono significativamente con il funzionamento personale e sociale. Se con una certa frequenza il lutto si accompagna a un quadro sovrapponibile a quello di un Episodio Depressivo Maggiore, più o meno accompagnato da reazioni fisiche, disturbi psicosomatici o problemi internistici, esso a volte costituisce un vero e proprio evento traumatico: per qualcuno, ne possono conseguire reazioni emotive simili a quelle che incontriamo in seguito a un trauma e una sintomatologia che sembra essere sovrapponibile a quella del Disturbo da stress post-traumatico, caratterizzata da pensieri e ricordi intrusivi, tendenza all’evitamento, iperattivazione fisiologica, sentimenti depressivi, fino ai sintomi di tipo dissociativo.
Nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria molte persone si sono ritrovate a perdere i propri cari. Sappiamo bene che le condizioni attuali in cui avviene il lutto sono molto particolari e inedite, tali da portare a una sofferenza difficile da gestire che merita un’attenzione particolare. Per una serie di fattori aggravanti quali il tipo di perdita o le circostanze in cui la morte è avvenuta qualcosa nel percorso dell’ elaborazione del lutto si può inceppare, portando a una distorsione o a un blocco di questo processo. Le reazioni psicologiche, comportamentali e fisiologiche che normalmente seguono ad una perdita possono risultare complicate.
Elementi comuni nel lutto legati al coronavirus sono di incredulità, negazione, oscillazione tra negazione e realtà, rabbia e colpa per come sono andate le cose.
I possibili interventi professionali nel campo del lutto hanno portato a individuare interventi di dimostrata efficacia per soggetti che presentano alti livelli di sofferenza correlata al cordoglio (Vachon et al., 1980). Uno degli approcci si basa sul concetto di prevenzione e ha come finalità la riduzione dei fattori di rischio e il potenziamento dei fattori protettivi per ridurre gli esiti avversi. Gli interventi sull’intera popolazione comprendono infine la psicoeducazione e il sostegno per il cordoglio “normale” e sembrano facilitare la naturale elaborazione e risoluzione del lutto. Posso esserci infatti circostanze in cui una intera popolazione può divenire particolarmente vulnerabile a causa di perdite massive, e questo è il caso del coronavirus.
A questo proposito, presso il Centro di Studi Cognitivi di Modena è stato messo a punto un Gruppo di Accompagnamento all’Elaborazione del Lutto, che si svolgerà interamente in modalità online, condotto dalla Dott.ssa Fregni e dalla Dott.ssa Manfredi, rivolto a tutte le persone che in questo particolare momento storico e in questo difficile contesto sociale e relazionale abbiano subito una perdita tra i familiari o gli amici. L’obiettivo è quello di consentire, attraverso aspetti psicoeducativi e momenti di condivisione dei vissuti, una migliore gestione degli stati d’animo problematici e di apprendimento di strategie per la regolazione emotiva e gestione dell’angoscia.
Il gruppo sarà condotto in modalità online utilizzando piattaforme come Skype o Zoom e inizia il 20 maggio dalle 19.00 alle 20.00 per 5 mercoledì, e sarà utilizzato un approccio Cognitivo Comportamentale.